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Rafael Nadal, nell’era Open, mai nessuno come lui

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rafael nadal

È bastata un’ora e sedici minuti al campione maiorchino classe ’86 per battere il connazionale Ramos-Viñolas col risultato di 6-1, 6-3. Rafael Nadal raggiunge la finale perdendo un solo set nella partita di esordio con l’inglese Edmund superato col punteggio di 6-0, 7-5, 6-3. Nel turno successivo, rovina il compleanno all’astro nascente tedesco di origini russe Alexander Zverev al quale infligge un doppio 6-1. Meno agevole, ma di altissimo livello, il match con l’argentino Diego Schwartzman che finisce 6-4, 6-4 e con lo scambio della maglia. La semifinale col francese Goffin verrà ricordata per l’incredibile svista dell’arbitro federale Cedric Mourier sul 3-2 del primo set, e l’incredibile fragilità caratteriale del giocatore francese che non è riuscito più a tornare in partita (tra l’altro appena iniziata) perdendo nettamente 6-3, 6-1.

Questa straordinaria vittoria incorona definitivamente Rafael Nadal come il più grande giocatore sulla terra battuta di tutti i tempi, “the king of clay”. Settanta tornei vinti, di cui cinquanta sulla terra. Superato il record di quarantanove che divideva con Guglielmo Vilas e unico detentore anche del record di dieci vittorie nello stesso torneo.

Il campione catalano, è apparso più commosso e più serio del solito durante la premiazione specialmente durante la proiezione della clip dedicata alle nove precedenti premiazioni che lo hanno visto protagonista in questo torneo.

Rafael Nadal, il campione della porta accanto

Rafael Nadal Parera nasce a Manacor sull’isola di Maiorca il 3 Giugno 1986 da Sebastián Nadal e Ana María Parera. A soli tre anni inizia a giocare a tennis, invogliato e guidato dallo zio Tony Nadal ex tennista professionista. Ad otto anni, ancora non aveva scelto se dedicarsi più al tennis oppure al calcio. La vittoria nel ’94 dei campionati regionali di tennis, chiarisce le idee al piccolo Rafa e allo zio Tony che ne intensifica la preparazione. La particolarità di Rafa, è il fatto di essere mancino. Ma lo è diventato per necessità. Lo zio Tony, racconta che il piccolo Rafa, giocava a due mani sia il dritto che il rovescio. Fu necessario fare delle prove per non giocare sempre a due mani. Rafael si trovò naturalmente portato a colpire di dritto con la mano sinistra, e così ha inizio la costruzione atletica del campione.

Lo zio Tony è tutt’oggi l’allenatore di Rafael Nadal insieme a Carlos Moya, entrato da un anno ufficialmente nel team Nadal.

Oltre allo straordinario talento, quello che rende davvero unico e amato lo spagnolo è il suo comportamento dentro e fuori dal campo. Mai sopra le righe, sempre corretto ed educato. Dal 2001 ad oggi, non l’abbiamo mai visto rompere una racchetta o comportarsi in modo irrispettoso nei confronti degli addetti ai lavori o dell’avversario.

Quando gli si chiede del perchè non abbia mai rotto una racchetta, lui risponde dicendo che è merito di zio Tony. Uno dei suoi primi insegnamenti è stato proprio quello relativo al rispetto nei confronti della racchetta sia perchè è il mezzo che insieme al talento permette di vincere e sia perchè le racchette costano molto e romperle è irrispettoso nei confronti di tutti coloro i quali non possono permettersi di possederne una.

Rafael Nadal, il bravo ragazzo della porta accanto, oggi entra ufficialmente nella storia con un record quasi impossibile da battere.

Questi i numeri del campione di Manacor:

14 vittorie Tornei Grande Slam

2 medaglie d’oro olimpiche

29 tornei ATP Master 1000

17 tornei ATP Tour 500

9 tornei ATP Tour 250

 

 

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