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Run for equality in Libano, correre per la pace

Run for equality

Protagonisti di questa Run for equality, gara podistica svoltasi lo scorso 17 maggio a poca distanza da Beirut, più di mille bambini provenienti anche dai campi profughi palestinesi e siriani. Ad organizzarla l’Uisp (l’Unione Italiana Sport) insieme a Cooperazione Italiana, Unrwa (l’Agenzia Onu per i rifugiati della Palestina) e Unifil (la missione internazionale Onu che coinvolge anche l’Italia).

In Libano Run for equality, si corre per i diritti

Scopo dell’iniziativa quello di promuovere e sostenere la pace e l’integrazione tra i popoli. Non a caso la scelta della città, Tiro appunto, una delle più importanti del paese dove la situazione socio-politica, causa la vicinanza ad Israele, è da sempre appesa ad un equilibrio fortemente precario. A sottolinearlo lo stesso Uisp in uno dei suoi tanti comunicati stampa rilasciati sull’importanza della manifestazione: “perché le tensioni in Libano sono aumentate negli ultimi mesi e lo sport è visto come veicolo di pace ma anche di distrazione per uscire dal grigiore e dalla paura quotidiana, soprattutto da parte dei bambini”.

Correre per una causa comune

Correre, insomma, tutti insieme per una causa comune, al di là di barriere sociali, economiche e di nazionalità, nel segno di una tolleranza reciproca e nella speranza piena di un futuro davvero migliore. Al via presenti bambini compresi tra gli 8 e i 13 anni, divisi per età e per percorsi: i primi a partire quelli di 13 anni con magliette verdi, poi quelli tra i 10 e i 12 con magliette rosse e per ultimi quelli tra gli 8 e i 9 con magliette bianche. Un lunghissimo “serpentone tricolore”, dunque, a sottolineare proprio l’incontro tra la bandiera italiana e libanese, un serpentone coloratissimo diretto verso un unico traguardo, quello della salvaguardia “dei diritti e della dignità di ogni persona, soprattutto di quella dei minori”.

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