Solo nel 1988 quello che oggi conosciamo come Parco degli Acquedotti è divenuto parte integrante del Parco dell’Appia antica e, di conseguenza, tutelato da punto di vista archeologico e naturalistico. È una piccola fetta di territorio se vogliamo – si parla di 240 ettari di terra – ma per più di un motivo incide nell’immaginario collettivo e sul panorama della Capitale.
La storia del Parco degli Acquedotti
Vediamo qual è la sua importanza e quale la sua storia. Quello che oggi è un parco è stato per secoli una fetta di terreno verdeggiate di boschi e pascoli che da Roma si estendeva ininterrotta fino ai Castelli, non ancora delimitata e intaccata dal feroce sviluppo urbanistico. D’altro canto, per decenni, prima che il parco venisse istituito, l’abusivismo era la regola e a ridosso degli archi sorgevano baraccopoli. Il territorio prende il nome dalla presenza di ben sette acquedotti, elevati in arcate suggestive o sotterranei, che hanno rifornito di acqua la Roma antica prima e papalina poi: Anio Vetus (sotterraneo), Marcia, Tepula, Iulia e Felice, Claudio e Anio Novus.
I magnifici sette: descrizione degli acquedotti presenti nel parco
Un paesaggio che ispira e segna
Giorgio Sommers ed Edmund Behles sono i primi fotografi – siamo nella seconda metà dell’Ottocento – a immortalare quel che sarà il parco degli acquedotti, trasformandone l’aspetto in una sorta di cartolina, con lo scopo di far circolare l’immagine in maniera tra un pubblico più ampio. Ma presto è il turno dell’ottava musa. La solitudine di questi edifici, la gittata visiva delle arcate hanno reso i resti presenti nel parco un set a cielo aperto che sul grande schermo riesce a identificare subito Roma e il suo messaggio, ossia lo scarto tra il passato, sedimentato nella bellezza dei ruderi, e il nostro presente fatto di piccoli istanti effimeri. La fissità e la monumentalità dell’immagine degli acquedotti in contrasto con i visi e i corpi ripresi dalla telecamera rende il parco una scenografia quasi connaturata alla natura stessa di Roma.
Il parco degli Acquedotti e l’ottava musa
Il parco degli acquedotti ospita gli esterni di Mamma Roma, coraggioso film di Pier Paolo Pasolini con un’intensissima Anna
L’immagine di copertina è opera di Iessi sotto Creative Commons License
La foto in bianco e nero viene da sito Fondo Romano, risale al 1865 e l’autore non è identificato.