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Kamikatsu, la città zero rifiuti

Kamikatsu

Kamikatsu, una cittadina che si trova a sud-ovest del Giappone e che conta poco più di duemila abitanti, si candida a diventare la prima comunità a zero rifiuti nel mondo.

Kamikatsu, la città zero rifiuti

Kamikatsu, la tranquilla cittadina Giapponese che sfiora l’ideale zero rifiuti, ha intrapreso il suo rigoroso programma per l’abbattimento dei rifiuti, già dal 2003. La cosa straordinaria è che tutte le iniziative in tema di riciclo partono direttamente dai singoli cittadini. Come quasi tutte le città del mondo, a Kamikatsu si utilizzava un inceneritore, comunque dannoso e insostenibile per i cittadini e per l’ambiente. Come è noto, gli inceneritori emettono grandi quantità di gas serra e inquinano aria e suolo, andando ad incidere sull’approvvigionamento di cibo.

A Kamikatsu non esistono camion per la nettezza urbana

A Kamikatsu non ci sono neppure i camion della nettezza urbana: i cittadini stessi si occupano di separare i materiali accuratamente a casa per poi portarli al centro di riciclaggio. Questa pratica all’inizio ha sollevato qualche protesta, ma con il tempo è diventata abitudine.

Attualmente circa l’80% della spazzatura viene riciclata e solo il 20% finisce in discarica, ma i residenti, ormai orgogliosi della loro partecipazione, si prodigano perché questa percentuale aumenti di anno in anno.

La separazione dei materiali è estremamente accurata: al centro di riciclaggio ci sono bidoni diversi per ciascun tipo di carta (giornale, riviste, cartone, ecc.) e le bottiglie di plastica sono destinate in luoghi diversi da quelli ad esempio, dedicati ai tappi. Questa suddivisione metodica consente un’efficienza elevatissima nel recupero di qualsiasi genere di materiale.

Non solo Riciclo

Per gli abitanti di Kamikatsu il riciclo è fondamentale, ma ancor più importante è il riutilizzo: esiste infatti un negozio frequentatissimo in cui i residenti possono barattare con altri gli oggetti che non usano più. Per raggiungere l’obbiettivo “Zero Rifiuti” è stato anche creato un laboratorio dove è possibile realizzare borse, vestiti e anche bambole utilizzando materiali di scarto disponibili nel negozio.

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