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La misteriosa bellezza dell’Appennino: il Cicolano e la Val de’ Varri

cicolano

Presso la Sala Serviana del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri  in Via Antonio Salandra, 44 a Roma, il 15 maggio 2018 alle ore 17.00, per il consueto ciclo “I martedì della natura si terrà un incontro dedicato ad un altro dei bellissimi luoghi disseminati lungo l’Appennino, a pochi chilometri da Roma. Si tratta dell’area, sita nella provincia reatina, denominata Cicolano, e in modo specifico ci interesseremo della Val de’ Varri e dei fenomeni carsici che vi hanno creato habitat speciali. In compagnia dei relatori, geologi e biologi, nonché Guide Ambientali, scopriremo anche perché  il posto è tanto particolare da essere stato inserito come punto SIC nella rete “Natura 2000”.

Il Cicolano e la Val de’ Varri

È la comunità montana del Cicolano che attualmente svolge, in collaborazione con decine di associazioni naturalistiche, il lavoro di studio e protezione degli endemismi del Cicolano nella riserva regionale delle montagne della Duchessa. Nella zona un carsismo di superficie ha permesso lo sviluppo di una fauna e di una flora caratteristica e particolarmente ricca. Ecco spiegata la presenza tra i relatori di geologi e biologi che ci illustreranno la stretta relazione tra la protezione (anche geologica ) dell’ambiente e lo sviluppo e la salvaguardia degli endemismi. In particolare nella zona di Val de’ Varri il Rio Varri ha creato nei secoli il gruppo di grotte del “Grottone” interessante per l’aspetto archeologico: è confermata la presenza di insediamenti di uomini dell’età del bronzo (Homo Appenninicus). Come ci ha spiegato un antropologo gli uomini primitivi usavano le grotte per i loro riti ed eventualmente come magazzini, non ci vivevano. I “cavernicoli” abitavano nelle nicchie esterne alle grotte, dove potevano accendere fuochi senza rimanere intossicati dal fumo. Il Grottone, oltre all’aspetto archeologico ha anche un interesse paesaggistico e geologico, un lato della grotta è ricco di stalattiti e stalagmiti prodotte dall’incessante lavoro dell’acqua che filtra dalle rocce. Il complesso, anche se poco conosciuto è visitabile e sono possibili tutti i giorni visite tradizionali sui percorsi attrezzati e mantenuti aperti dal Comune di Pescorocchiano, ma anche visite speleologiche su prenotazione, per gruppi di speleologi che dovranno presentarsi equipaggiati di casco speleologico e di quanto serve.

 

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