In un lungo e interessante paragrafo del suo libro L’essenza dei latini, il professor Luca Canali spiega il rapporto che legava i Romani al mare. Non dei migliori, a suo avviso: “nascono come popolo di pastori, attaccati alla terra e alla sua concretezza, e nella volubilità dei flutti vedono trasfigurata l’incertezza della sorte umana“. Canali riporta vari esempi di brani a riprova che, più che un topos letterario, questa diffidenza fosse radicata profondamente nelle persone. Sia come sia, quando si trattò di applicare alla nautica il senso pratico e la concretezza, i romani raggiunsero risultati eccellenti e numerosi ritrovamenti archeologici ce lo provano. Perché se erano amanti di terme e tranquilli laghetti, sapevano costruire le navi e sapevano adattarle alle loro necessità e capacità. D’altronde, fin dalle sue origini, Roma dovette appoggiarsi al commercio via mare: navigore, per Roma, è sempre stato necessario.
L’incontro-scontro con Cartagine fa da… spartiacque
Regina saggia di un mare un tempo inquieto
Dal 147 a.C. con l’eliminazione della supremazia Cartaginese, Roma sarà la padrona delle acque del mediterraneo fino alla fine del III secolo dopo Cristo. E anche i Romani avranno i loro eroi combattenti che, per mari e su navi, daranno del loro meglio. Nel
Resti archeologici delicatissimi
E come sempre, i Romani ci hanno lasciato tracce visibili della loro geniale praticità, della qualità dei loro manufatti che sono riusciti a sfidare i millenni e la natura stessa. A Napoli, negli scavi della metropolitana, furono ritrovate diverse barche che il fango aveva paradossalmente conservato. La sfida è stata, piuttosto, proteggerle una volta ritrovate, mantenere il legno umido in attesa che la burocrazia e la mancanza di fondi permettano restauro, sistemazione ed esposizione di questi splendidi ritrovamenti. E poi c’è la storia delle navi di Caligola, affondate nel lago di Nemi probabilmente a seguito della damnatio memoriae che colpì questo imperatore, portate alla luce dopo secoli di tentativi ai limiti della sfida tecnologica, purtroppo spesso sfociati in danneggiamenti involontari o saccheggi; le navi di Nemi furono persino coinvolte in un incendio durante la seconda guerra mondiale. Ma questa è un’altra storia, che vi racconterò nel prossimo articolo.
Foto di copertina: Suzuki
Foto nel corpo dell’articolo: Romano Impero e Wikipedia